Gavi Rovereto DOCG | Castellari Bergaglio

Gavi Rovereto DOCG | Castellari Bergaglio

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Vecchi Vigneti di collina nel comune di Gavi.

Quando si fa un lavoro con passione e con il desiderio di valorizzare il patrimonio a propria disposizione cercando di trarne il meglio, non sempre le scelte derivanti dalle decisioni che si prendono hanno un obiettivo esclusivamente economico, anzi. Spesso con questo obiettivo non si guarda alla redditività del lavoro, ma alla soddisfazione ed al piacere di fare cose particolari.  L’esempio calza a pennello nel caso di questo vino.  Da qui, infatti, la scelta di mantenere in vita, con costi di lavorazione altissimi a fronte di rese bassissime, un vigneto di più di 80 anni. Si tratta di un patrimonio storico e genetico eccezionale. ”Rovereto” è il nome della frazione dove si trova il centro aziendale e tutto intorno si stagliano vigneti e boschi di rovere, un tempo ancora più imponenti, da cui la zona prende appunto il nome.  Oltre alla vecchiaia dei vigneti (quindi la presenza di coloni pre-fillossera), anche la speciale composizione del terreno, l’esposizione dei vigneti di questa zona ed il microclima particolarissimo che crea proprio la presenza dei boschi, danno al Rovereto Gavi docg di Gavi “Vignavecchia” caratteristiche organolettiche tanto particolari.

LA VINIFICAZIONE

Le uve vengono lasciate macerare per molte ore a bassa temperatura con, a seguire, una pressatura soffice. La fermentazione, sempre a temperatura controllata (18-20° C. per mantenere inalterata la ricchezza tipica dei profumi del Cortese di Gavi), si protrae molto lentamente anche per 20 giorni. In primavera viene imbottigliato e lasciato in affinamento in bottiglia per 12 mesi prima dell’immissione al consumo.

LA DEGUSTAZIONE

Pochi sono i vini bianchi capaci di resistere – migliorando – alla prova del tempo. Il Vignavecchia è uno di questi, con il suo ventaglio di profumi delicati ma complessi che ricordano al contempo le spezie e i fiori, e un originale accenno etereo che crescerà sempre più negli anni e che gli conferisce fin d’ora un’insolita profondità. Il palato è denso e glicerico, increspato da una sapidità che ne acuisce la già spiccata freschezza e ne aumenta la persistenza. Insomma, un vino da intenditori.

A tavola predilige carni bianche con cotture brevi, funghi trifolati e formaggi semistagionati. Stimolante l’accostamento al coquillage.